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BIG RED QUESTION MARK

Marina Bay Sreet Circuit di Singapore



Singapore è una giungla ammaestrata, addomesticata. Dappertutto questa forza mostruosa della giungla esplode, trasformata in prati, in parchi, in culture, in campi di orchidee. È il porto più salubre dell'Asia.” (Jean Cocteau)


La Repubblica di Singapore è una città-Stato del sud-est asiatico, situata sull'estrema punta meridionale della penisola malese, 152 km a nord dell'equatore. Si sviluppa su un arcipelago formato da circa 60 isole, la più grande e principale delle quali è l'isola di Singapore che ospita la metropoli. La città-Stato è il quarto principale centro finanziario del mondo[6] ed è una delle principali città cosmopolite del globo, con un importante ruolo nel commercio internazionale e nella finanza, e il suo porto è tra i primi cinque per attività e traffico su scala mondiale. Il Singapore Street Circuit, anche denominato Marina Bay Street Circuit, è il circuito cittadino non permanente sito a Marina Bay, Singapore, che ospita il Gran Premio di Singapore di Formula 1. La realizzazione è stata curata dal progettista di fiducia di Bernie Ecclestone, Hermann Tilke. L'area del paddock è collocata presso un'ampia zona sul Republic Boulevard dietro alla Singapore Flyer. Una bretella temporanea porta sotto il Ponte Benjamin Sheares verso Republic Boulevard girando poi su Raffles Boulevard. Si procede poi su Nicoll Highway, Stamford Road e Saint Andrew's Road attorno a Padang, passato il Municipio di Singapore. La pista continua verso Anderson Bridge, passa il Fullerton Hotel per poi piegare a sinistra su Esplanade Drive dietro al Merlion Park. Raggiunge poi Raffles Avenue e taglia a destra dopo l'Esplanade sino al The Float at Marina Bay e ritorna verso la zona d'arrivo con un'altra bretella temporanea costruita nei pressi della Singapore Flyer. La pista presenta un tratto veramente unico tra le curve 18 e 19, passando sotto le tribune poste all'altezza della Floating Platform.
Il circuito di Marina Bay si modula sulla base del sistema infrastrutturale esistente, che a sua volta costituisce una maglia forte in base alla quale l’isola si organizza in zone funzionali. Non a caso si tratta di un circuito cittadino, quindi progettato in stretta connessione con la realtà urbana circostante e con la componente ancora naturalistica o paesistica (in alcuni casi) di quest’ultima. Di fronte ad una location quasi futuristica, così diversa dalle metropoli europee, così proiettata verso la sperimentazione tecnologica, i progettisti non potevano che adeguarsi, andando a lavorare sulla componente spettacolare, stupefacente, che fosse veicolo di un paese moderno. L’illuminazione suggestiva si sposa perfettamente con quella più rarefatta dei grandi grattacieli, a creare un cielo stellato senza confini. Il fatto che la forma evochi una specie di nastro non è una cosa casuale, in quanto è come se il circuito andasse a riallacciare i punti architettonici salienti, come un itinerario attorno agli edifici e le installazioni di maggiore interesse. Da tutto ciò deriva un perfetto esempio di commistione armonica tra architettura urbana, natura e infrastruttura, che creano insieme un ecosistema perfettamente funzionante. La componente naturalistica viene mantenuta nonostante la grande quantità di asfalto, ma costituisce un file rouge nel percorrere il suddetto circuito: si passa dalla costa, si rientra all’interno della densa e consolidata realtà cittadina, toccando due zone adibite a parchi e infine si attraversa il fiume per ritornare in città. Un panorama tanto variegato quanto complesso, poiché segnato da caratteri diversi che, agendo insieme, rendono questa piccola metropoli in crescita un polmone forte nel panorama mondiale e anche architettonico (a livello urbano). L’idea di un elemento a nastro si sposa con l’intento di creare un legame anulare tra le diverse sfaccettature dell’isola: nello stesso punto convivono una caratterizzazione naturale molto forte, un’infrastruttura molto dinamica, grandi giardini botanici, antiche tradizioni, corsa alla modernizzazione e spettacolari grattacieli che lasciano a bocca aperta. Il nastro del circuito di Marina Bay tenta di mettere in collegamento le tante anime che convivono a Singapore, in modo anche da offrire ai visitatori un’esperienza quasi multi-sensoriale e non solo di divertimento. Il pretesto della Formula 1 diventa occasione per vivere un contesto totalmente unico nel suo genere ma anche in continuo mutamento. Chi lo sa se il “little red dot”, come è stata definita Singapore, diventerà mai un “big red dot”...Bisognerebbe definirla piuttosto un “big red question mark”!


Gaia Anullo Pertichetti














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